Un dibattito che non smette di appassionare
Nel mondo del vino, pochi temi dividono quanto quello tra “naturale” e “convenzionale”.
C’è chi ama l’imprevedibilità e la vitalità dei naturali, e chi preferisce la precisione e la costanza dei convenzionali.
In realtà, più che scegliere da che parte stare, vale la pena comprendere le differenze e la filosofia che c’è dietro ogni calice.
Le differenze in sintesi
Coltivazione
- Naturale → viticoltura senza chimica di sintesi, con trattamenti ridotti e attenzione all’equilibrio del vigneto.
- Convenzionale → approccio tecnico e protettivo, che utilizza fitofarmaci e strumenti moderni per garantire stabilità e resa.
Vinificazione
- Naturale → fermentazioni spontanee con lieviti indigeni, nessuna chiarifica spinta o filtrazione aggressiva, minimo interventismo in cantina.
- Convenzionale → uso controllato di lieviti selezionati e tecniche che assicurano uniformità, pulizia aromatica e affidabilità nel tempo.
Solforosa
- Naturale → ridotta o assente, per preservare la vitalità del vino e la sua espressività più “viva”.
- Convenzionale → impiego più ampio, utile a stabilizzare e prolungare la conservazione.
Miti (ancora) da sfatare
- Il vino naturale è sempre più sano
Non necessariamente: la salubrità dipende anche da pratiche igieniche, gestione della fermentazione e qualità dell’uva. - Il convenzionale è “industriale” e impersonale
Molti piccoli produttori tradizionali fanno vini convenzionali di grande carattere, autentici quanto un naturale. - Naturale significa difficile da bere
Alcuni lo sono, altri no. Tutto dipende dalla sensibilità del vignaiolo e dalla pulizia del processo.
Due filosofie, due esperienze sensoriali
- I vini naturali affascinano chi cerca profili vivi, dinamici e non standardizzati: vini che evolvono nel bicchiere e raccontano il territorio in modo diretto.
- I vini convenzionali rassicurano con equilibrio, precisione e riconoscibilità, offrendo un’esperienza più prevedibile ma impeccabile.
Entrambi rappresentano scelte consapevoli: due strade diverse verso la stessa meta — il piacere del vino.
Abbinamenti consigliati
Con vini naturali
- Bianchi macerati → perfetti con formaggi erborinati, piatti speziati e cucina etnica.
- Rossi leggeri e dinamici → ideali con salumi artigianali, cicchetti veneti e verdure al forno.
Pet Nat → perfetti per aperitivi informali e serate conviviali.
Con vini convenzionali
- Bianchi freschi e minerali → ideali con crudi, pesce e piatti vegetali delicati.
- Rossi strutturati e complessi → perfetti con carni rosse, brasati o selvaggina.
Metodo classico → protagonista di occasioni eleganti e brindisi di rappresentanza.
Uno sguardo al presente
Negli ultimi anni, la linea tra naturale e convenzionale si è fatta più sottile.
Molti produttori tradizionali riducono i solfiti e adottano pratiche più sostenibili, mentre i vignaioli naturali lavorano per ottenere vini sempre più puliti e stabili.
Il futuro del vino è, sempre più, un incontro tra etica e tecnica.
Quindi…
Naturale o convenzionale? Non esiste una risposta assoluta.
Ci sono sensibilità diverse, territori che parlano lingue differenti e vini che emozionano in modi unici.
La vera differenza la fa la consapevolezza — di chi sceglie, degusta e condivide.
Da Enoè amiamo questo dialogo: un calice dopo l’altro, tra curiosità, confronto e passione.
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