Domenica 26 ottobre, noi di Enoè — Riccardo e Giulia — siamo saliti fino a Spiazzi, nel comune di Caprino Veronese, per conoscere da vicino una realtà che ci ha letteralmente conquistati: Monte Cimo.
Un’azienda giovane ma già piena di carattere, immersa nel silenzio del Monte Baldo, dove la viticoltura si fa eroica e la natura detta i tempi.
Abbiamo visitato la cantina, camminato tra le vigne in pendenza, respirato l’aria fresca della montagna e ascoltato la storia di Francesco Chiamenti, l’enologo che ha dato vita a questo progetto coraggioso e autentico.
Da quell’incontro è nata la voglia di portarvi con noi — attraverso il calice — a scoprire la sua filosofia e uno dei suoi vini simbolo: 954, che sarà protagonista della prossima serata di degustazione PIWI.

Monte Cimo: la storia di Francesco Chiamenti
Monte Cimo è un’azienda giovane, nata nel 2018 a Spiazzi, sulle pendici del Monte Baldo.
A guidarla c’è Francesco Chiamenti, un enologo che ha trasformato una passione di famiglia in un progetto vitivinicolo ambizioso e profondamente legato alla montagna.
Fin da bambino, Francesco osservava il padre — pediatra — e il nonno falegname vinificare insieme l’uva del piccolo vigneto di casa.
Da lì nasce la curiosità, poi diventata vocazione. Dopo aver studiato enologia, si è formato in diverse realtà del settore, dalle aziende biodinamiche a quelle di grande produzione, con un obiettivo chiaro:
Creare un vino che fosse davvero suo, capace di raccontare la montagna, la resistenza e la purezza.
Oggi Monte Cimo è il risultato di quella visione: una cantina che unisce precisione tecnica, rispetto per la natura e spirito pionieristico.
Un territorio di altezza e carattere
Monte Cimo sorge a 900 metri d’altitudine, su un terreno di dolomia e calcare che regala ai vini una freschezza tagliente e una spiccata mineralità.
Le vigne si trovano in forte pendenza: qui l’agricoltura eroica è reale, e ogni grappolo viene raccolto esclusivamente a mano.
Il nome Monte Cimo richiama proprio l’altitudine della vigna e il legame profondo con questo paesaggio unico, sospeso tra la Val d’Adige e il Lago di Garda.
Vini PIWI: resistenza e sostenibilità
Monte Cimo lavora solo vitigni PIWI (Pilzwiderstandsfähig, “resistenti ai funghi”), varietà che permettono di ridurre drasticamente i trattamenti fitosanitari.
Sono vini che nascono da un’idea di viticoltura sostenibile, capace di rispettare la terra e di valorizzare il futuro della montagna.
La produzione, di circa 20.000 bottiglie l’anno, si concentra su vini bianchi macerati in anfora, dove la fermentazione naturale e la lavorazione artigianale donano profondità, equilibrio e autenticità.
L’identità in ogni bottiglia
Ogni dettaglio è curato con passione:
- Etichette illustrate dal fratello di Francesco, ispirate ai fiori che crescono accanto alle vigne
- Tappo in cera, come sigillo di genuinità
- Produzione limitata, per mantenere l’attenzione su qualità e territorio
Il risultato sono vini vivi, minerali, vibranti, che raccontano la montagna con delicatezza e personalità.
Il vino in degustazione: 954
Durante la serata di degustazione PIWI di Enoè, presenteremo 954, uno dei vini simbolo di Monte Cimo.
Il nome richiama l’altitudine del vigneto e racconta la sua essenza più pura: freschezza, tensione e carattere montano.
954 è un vino bianco PIWI, macerato in anfora, prodotto da uve resistenti e coltivate in equilibrio con la natura.
Al naso offre note floreali e agrumate, con una mineralità decisa e un sorso profondo, dinamico, che si apre su eleganti sfumature sapide.
Un vino che unisce identità e innovazione, e che rappresenta perfettamente la filosofia di Monte Cimo.
Partecipa alla serata PIWI con Enoè
Se ami i vini naturali, la sostenibilità e le storie autentiche, non perdere la prossima degustazione PIWI firmata Enoè.
Un’occasione per assaggiare 954 di Monte Cimo, scoprire il mondo dei vitigni resistenti e vivere un’esperienza che unisce territorio, passione e ricerca.
Ti aspettiamo da Enoè per degustare o acquistare la tua prima bottiglia PIWI.



